Translate

sabato 25 agosto 2012

Fermiamo lo scempio della Valle dell’Omo

 


L'Omo (un tempo chiamato Omo Bottego) è un fiume dell'Etiopia.
Nasce nell'altopiano etiopico e dopo 760 km sfocia nel lago Turkana passando in questo modo dai circa 2500 metri di altezza delle sorgenti ai 500 metri di altezza del lago. Il notevole dislivello rende il flusso dell'Omo impetuoso, interrotto solo da alcune cascate come quelle di Kokobi. L'Omo è pertanto navigabile solo nel suo corso finale prima di sfociare nel lago Turkana.
L'Omo riceve numerosi affluenti tra cui il Gogeb, il Wabi, il Mago ed attraversa i parchi nazionali di Mago e Omo ricchi di fauna.
L'intero bacino dell'Omo ha una notevole importanza sia archeologica che geologica: qui sono stati trovati numerosi fossili di ominidi, risalenti ad epoche del Pliocene e del Pleistocene. Fra questi reperti sono stati ritrovati soprattutto scheletri appartenenti al genere australopithecus e homo, insieme ad utensili di quarzite risalenti a circa 2,4 milioni di anni fa. Per questo nel 1980 la valle dell'Omo è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

L'Omo, al pari del Nilo, ha destato alla fine dell'Ottocento notevoli perplessità circa il suo corso e le sue sorgenti. Numerosi esplorazioni cercarono invano di scoprire il mistero dell'Omo. Vi riuscì infine Vittorio Bottego nel corso della sua seconda spedizione del 1895-97 in cui l'esploratore italiano trovò la morte. Bottego raggiunse la valle dell'Omo il 29 giugno 1896 e ne seguì il corso fino alla foce nel lago Turkana (allora chiamato Rodolfo) dopodiché la spedizione risalì il fiume ed il 1º gennaio 1897 entrò nel bacino del Nilo.

Sul fiume Omo si sta costruendo una gigantesca diga La Diga Gilgel Gibe III è un diga in costruzione alta 243 metri collegata ad una centrale idroelettrica sul fiume Omo in Etiopia. Una volta completata sarà la più grande centrale idroelettrica dell'Africa con una potenza in uscita di 1870MW raddoppiando così la capacità installata in Etiopia di 814MW (nel 2007) La Diga Gibe III fa parte di una serie di dighe che includono le già esistenti Gibe I e Gibe II. Ad oggi sono in via di pianificazione la Diga Gibe IV (1472MW) e la Gibe V (560MW).
Le dighe esistenti e quella in via di costruzione sono di proprietà e operano sotto la statale Ethiopian Electric Power Corporation
Il completamento della diga è progettato per il luglio 2013.
L'appalto per la costruzione della diga è stato vintonel 2006 dall'italiana Salini Costruttori. Il progetto è stato vinto dallo Studio Pietrangeli e in supervisione di ELC-COB (ELC Electroconsult - Coyne et Bellier).
Attorno alla diga sono nate difficoltà finanziare, mancanza di trasparenza e accertamenti sull'impatto sociale e ambientale.
L'accertamento afferma che il progetto causerà un minimo impatto ambientale e sociale, sebbene siano in molti a vedere delle pecche in termini di obiettività e precisione. Il governo italiano ha annunciato che non concederà più il prestito previsto di 250 milioni di euro, a causa delle perplessità sull'impatto sulle popolazioni locali.

Ora è la Banca Mondiale che finanzia le linee elettriche della controversa diga Gibe III.
L’Etiopia non ha consultato nessuna comunità indigena in merito alla costruzione della Gibe III o ai suoi aggressivi progetti agro-industriali, che devasteranno la bassa Valle dell’Omo, un sito riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. La diga, inoltre, colpirà anche molte comunità tribali che vivono oltre il confine con il Kenya, vicino alle sponde del lago Turkana, il lago desertico più grande del mondo. La decisione di sostenere una tale controversa iniziativa viola le linee guida della Banca Mondiale sulla salvaguardia dei diritti dei popoli indigeni e sul reinsediamento forzato.
La diga minaccia di distruggere i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare degli oltre 200.000 indigeni che vivono nella bassa Valle dell’Omo. Nonostante le opposizioni a questo progetto (Survival International e Human Rights Watch sono in prima linea in questa battaglia) continuano le operazioni governative di spianatura delle terre della bassa Valle dell’Omo per la loro trasformazione in redditizie piantagioni di canna da zucchero e cotone (che potranno essere irrigate grazie alla presenza della diga), nell’area si stanno diffondendo anche violenti furti di terra, reinsediamenti forzati e abusi dei diritti umani.

Sotto il link di Survival per firmare la petizione “STOP GIBE III”
ph Eric Lafforgue


1 commento:

  1. a natureza e seus habitantes são soberanos desse planeta!Não para a construção dea Hidroelétrica

    RispondiElimina