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venerdì 31 agosto 2012

HOME: SOS Terra, un pianeta da salvare

Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra. Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su sé stessi.

Capriolo Zoppo (Nativi americani)


 

Nel link sopra il progetto Home 2009 firmato dal fotografo Yann Arthus-Bertrand realizzato per la ricorrenza dell’Earth Day 2009 Realizzato in collaborazione con Luc Besson, il lungometraggio Home vuole essere una fotografia dello stato di salute del pianeta e dei problemi cui l'umanità deve fare fronte. Clicca sul link per vedere il film nella lingua che ti interessa: francese, spagnolo e tedesco.


Foto tratte dall'album Earth

mercoledì 29 agosto 2012

NomadicaMente... cittadini del mondo

" La vita errabonda ristabilisce l'armonia originaria che esisteva una volta fra l'uomo e l'universo."

Bruce Chatwin






L'album NomadicaMente è dedicato allo spirito nomade. Attraverso l’osservazione dell’ambiente, i nomadi hanno sviluppato conoscenze naturalistiche che permettono loro di trar vantaggio dalla minima risorsa diponibile: dalle granaglie selvatiche alle erbe medicinali, alle cortecce che conservano l’acqua. Il nomade prende soltanto ciò che gli serve per vivere e lascia il resto alla terra affinchè possa rinnovarsi. Nello spirito nomade la natura non è un giacimento da sfruttare, ma un bene comune da cui dipendono tutti gli esseri viventi. Preservarla permette ad ogni forma di vita di esistere. Semplici principi di interdipendenza e reciprocità che i nomadi applicano in modo naturale, senza bisogno che vengano loro spiegati o insegnati.

lunedì 27 agosto 2012

Tree-Nation & EcologicalMind: Summer Photo Contest - Trees from below



Mostra la bellezza degli alberi da una prospettiva insolita! Inviaci le tue foto di alberi visti dal basso (http://www.facebook.com/treenation/app_451684954848385) e contribuisci a piantare alberi per il pianeta. Tree-Nation infatti premierà i primi 3 classificati di questo concorso facebook piantando un albero a loro nome nelle piantagioni create in: Colombia, Madagascar, Niger e Nicaragua. 
I vincitori potranno seguire il progresso del loro albero su: http://www.tree-nation.com/e su EcologicalMind

domenica 26 agosto 2012

FotograficaMente: OcularMente

clicca qui per guardare l'album OcularMente

L'occhio non vede cose ma figure di cose che significano altre cose: la tenaglia indica la casa del cavadenti, il boccale la taverna, le alabarde il corpo di guardia, la stadera l'erbivendola”.[…] Lo sguardo percorre le vie come pagine scritte.

Italo Calvino, Le città invisibili



sabato 25 agosto 2012

Fermiamo lo scempio della Valle dell’Omo

 


L'Omo (un tempo chiamato Omo Bottego) è un fiume dell'Etiopia.
Nasce nell'altopiano etiopico e dopo 760 km sfocia nel lago Turkana passando in questo modo dai circa 2500 metri di altezza delle sorgenti ai 500 metri di altezza del lago. Il notevole dislivello rende il flusso dell'Omo impetuoso, interrotto solo da alcune cascate come quelle di Kokobi. L'Omo è pertanto navigabile solo nel suo corso finale prima di sfociare nel lago Turkana.
L'Omo riceve numerosi affluenti tra cui il Gogeb, il Wabi, il Mago ed attraversa i parchi nazionali di Mago e Omo ricchi di fauna.
L'intero bacino dell'Omo ha una notevole importanza sia archeologica che geologica: qui sono stati trovati numerosi fossili di ominidi, risalenti ad epoche del Pliocene e del Pleistocene. Fra questi reperti sono stati ritrovati soprattutto scheletri appartenenti al genere australopithecus e homo, insieme ad utensili di quarzite risalenti a circa 2,4 milioni di anni fa. Per questo nel 1980 la valle dell'Omo è stata inserita nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.

L'Omo, al pari del Nilo, ha destato alla fine dell'Ottocento notevoli perplessità circa il suo corso e le sue sorgenti. Numerosi esplorazioni cercarono invano di scoprire il mistero dell'Omo. Vi riuscì infine Vittorio Bottego nel corso della sua seconda spedizione del 1895-97 in cui l'esploratore italiano trovò la morte. Bottego raggiunse la valle dell'Omo il 29 giugno 1896 e ne seguì il corso fino alla foce nel lago Turkana (allora chiamato Rodolfo) dopodiché la spedizione risalì il fiume ed il 1º gennaio 1897 entrò nel bacino del Nilo.

Sul fiume Omo si sta costruendo una gigantesca diga La Diga Gilgel Gibe III è un diga in costruzione alta 243 metri collegata ad una centrale idroelettrica sul fiume Omo in Etiopia. Una volta completata sarà la più grande centrale idroelettrica dell'Africa con una potenza in uscita di 1870MW raddoppiando così la capacità installata in Etiopia di 814MW (nel 2007) La Diga Gibe III fa parte di una serie di dighe che includono le già esistenti Gibe I e Gibe II. Ad oggi sono in via di pianificazione la Diga Gibe IV (1472MW) e la Gibe V (560MW).
Le dighe esistenti e quella in via di costruzione sono di proprietà e operano sotto la statale Ethiopian Electric Power Corporation
Il completamento della diga è progettato per il luglio 2013.
L'appalto per la costruzione della diga è stato vintonel 2006 dall'italiana Salini Costruttori. Il progetto è stato vinto dallo Studio Pietrangeli e in supervisione di ELC-COB (ELC Electroconsult - Coyne et Bellier).
Attorno alla diga sono nate difficoltà finanziare, mancanza di trasparenza e accertamenti sull'impatto sociale e ambientale.
L'accertamento afferma che il progetto causerà un minimo impatto ambientale e sociale, sebbene siano in molti a vedere delle pecche in termini di obiettività e precisione. Il governo italiano ha annunciato che non concederà più il prestito previsto di 250 milioni di euro, a causa delle perplessità sull'impatto sulle popolazioni locali.

Ora è la Banca Mondiale che finanzia le linee elettriche della controversa diga Gibe III.
L’Etiopia non ha consultato nessuna comunità indigena in merito alla costruzione della Gibe III o ai suoi aggressivi progetti agro-industriali, che devasteranno la bassa Valle dell’Omo, un sito riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità. La diga, inoltre, colpirà anche molte comunità tribali che vivono oltre il confine con il Kenya, vicino alle sponde del lago Turkana, il lago desertico più grande del mondo. La decisione di sostenere una tale controversa iniziativa viola le linee guida della Banca Mondiale sulla salvaguardia dei diritti dei popoli indigeni e sul reinsediamento forzato.
La diga minaccia di distruggere i mezzi di sussistenza e la sicurezza alimentare degli oltre 200.000 indigeni che vivono nella bassa Valle dell’Omo. Nonostante le opposizioni a questo progetto (Survival International e Human Rights Watch sono in prima linea in questa battaglia) continuano le operazioni governative di spianatura delle terre della bassa Valle dell’Omo per la loro trasformazione in redditizie piantagioni di canna da zucchero e cotone (che potranno essere irrigate grazie alla presenza della diga), nell’area si stanno diffondendo anche violenti furti di terra, reinsediamenti forzati e abusi dei diritti umani.

Sotto il link di Survival per firmare la petizione “STOP GIBE III”
ph Eric Lafforgue


venerdì 24 agosto 2012

VideoEcologicalMind: Wadé (by Giulio di Lucchio)

https://www.facebook.com/EcologicalMind

Narcisismo Digitale (ego-surfing)




"I blogger? Sono solo narcisisti digitali.
Il web partecipativo? Milioni e milioni di scimmie esuberanti
che stanno dando vita a una foresta infinita di mediocrità.
Google? La versione 2.0 del Grande Fratello.
Wikipedia? Un’enciclopedia fatta da ignoranti per ignoranti...
si sta imponendo una cultura del narcisismo digitale in cui si utilizza Internet
per diventare noi stessi le notizie, l’informazione”.

Andrew Keen ( The Cult of the Amateur)

Il narcisismo indica una condizione psicologica ma anche culturale e sul piano personale esso assume sia connotazioni sane che patologiche: parliamo di un narcisismo sano o “normale” quando l’investimento su se stessi è sinonimo di autostima e di amor proprio; esso invece, diviene patologico quando l’amore è diretto solo verso se stessi e si è incapaci di rivolgere la propria affettività ad altri. Da un punto di vista culturale, invece, il narcisismo corrisponde ad una mancanza di valori, di superficialità e di senso di umanità che porta gli individui a disinteressarsi a ciò che li circonda. La nostra società è caratterizzata da una cultura narcisistica in cui si è devoti ai mezzi di comunicazione di massa elettronici, i quali si incentrano su immagini superficiali ignorando sostanza e profondità. Con il termine Narcisismo digitale si fa riferimento all’apparire e all’esibirsi sul web con propri scritti, foto, video e messaggi. Ad alimentare il narcisismo digitale vi è l’Ego-surfing, il cui termine deriva dall’inglese to surf, ossia navigare, termine che è entrato nell’Oxford English Dictionary nel 1998.
L’ego-surfing non è altro che la ricerca smodata d’informazioni su se stessi; di solito sono stati usati per tale scopo i soliti motori di ricerca quali: google, libero ecc., ma adesso che il fenomeno dell’ego-surfing dilaga sono disponibili on-line motori di ricerca appositamente creati per controllare la propria presenza in rete. Tra questi motori di ricerca vi è l’Egosurf, che consente di inserire il proprio nome e l’indirizzo del proprio sito web o blog; vi è poi l’ODOS, che consente di misurare il proprio status on-line e consiste nell’inserire i propri profili di social network: il sistema elabora automaticamente un punteggio ricavato non solo dalla presenza on-line dell’utente ma dalla frequenza delle attività. I creatori di Odos affermano che lo scopo del servizio è quello di aiutare gli utenti a prendere dimestichezza con il proprio status digitale affinché essi possano difendersi dagli abusi. Magnocavallo, il creatore di BlogsBabel, uno dei più importanti siti che classicizza i blog italiani, sostiene che sono proprio i blogger ad essere soggetti al narcisismo digitale, i quali soffrono, intavolano discussioni e gioiscono in base alla posizione che occupano nella classifica di BlogBabel. Secondo lo studio condotto dal Pew Internet & American Life Project almeno un navigatore su due ricerca il proprio nome su un motore di ricerca al fine di valutare la propria rilevanza in Internet.
Questo dato risulta preoccupante in quanto il narcisismo digitale può portare all’emergere di alcune patologie, quali la depressione per l’assenza di popolarità sul web o l’esaltazione dovuta alla presenza e fama sui motori di ricerca.

Un altro fenomeno che meriterebbe ulteriore approfondimento è l'uso del web (è in particolare di fb) come "auto-cura" di ferite narcisistiche che alcune persone fanno più o meno coscientemente. Mi sono personalmente imbattuta in diversi casi nel periodo della mia frequentazione "osservativa-partecipativa

Sul web, ho potuto constatare che spesso si crea un circolo vizioso, si verifica ciò che diceva Karl Kraus della psicoanalisi "è quella malattia mentale di cui crede di essere la terapia."